TECRIT è il nome del progetto messo in piedi da Riccardo Sinigaglia (pianoforte, sintetizzatori, flauti) e Sergio Armaroli (vibrafono, marimba, percussioni), musicisti con una vasta gamma di esperienze e conoscenze, che toccano anche gli ambiti delle arti visive e dell’architettura. Questa incisione Da Vinci testimonia una loro performance dal vivo che ha avuto luogo presso la Sala Puccini del Conservatorio di Milano il 13 marzo 2016. Divisa in 11 sezioni, ma in realtà concepita come un flusso musicale continuo, la musica proposta dal duo si caratterizza innanzitutto per la fluidità con cui le trame melodiche e ritmiche intessute dai due musicisti scorrono e si intrecciano, disegnando percorsi capaci di regalare squarci sonori di celestiale bellezza (lontana tuttavia da banalità new age), senza disdegnare momenti di pathos e tensione, perché, come affermano loro stessi, “la musica riflette la vita”, la quale contiene non solo piacevolezza e calma, ma anche rabbia, lotta, patimento, e “la vera musica deve includere tutto ciò al suo interno”. Non devono sorprendere allora le frequenti, e a volte sorprendenti, oscillazioni tra sistema tonale e modale (quest’ultimo tipico della musica araba e indiana, particolarmente amato dal duo) e quello atonale o microtonale, sebbene complessivamente le consonanze prevalgano sulle dissonanze. Sinigaglia e Armaroli procedono offrendosi reciprocamente delle basi fatte di droni o di ostinati ritmici su cui l’altro, a turno, improvvisa trame melodico-ritmiche che guardano al jazz, alla musica indiana, al minimalismo americano – spiccatamente Terry Riley -, e alla musica colta contemporanea. Il duo non si pone infatti alcuna “restrizione stilistica”, regalandoci una musica che può essere ben descritta come organica, capace di invitare a una sorta di “comunione spirituale” che gli stessi musicisti condividono col pubblico, sia quello presente ai loro concerti, sia quello che ne apprezza i lavori nella solitudine concentrata dell’ascolto individuale.
Voto: 7,5