Edizioni del Faro, Trento, 2012
pagg. 100, cm 12 x 17
ISBN: 9788865370292
Con “Versi e Variazioni”, la voce poetica di Sergio Armaroli crea il proprio archivio (di nuovo: “il Catalogo!”) riunendo in un unico testo due precedenti raccolte: “Il Passaggio d’Enea” e “Silenzio (in C)”. In coda un inedito: “Dedalus”. Sarebbe semplice (parafrasando: “ovvero: la vita dell’artista da giovane”) ritrovare, nello sperimentalismo scritturale dell’autore, e nella voce del poeta che la ditta, un disagio rispetto al senso. La poesia è qui perdita di memoria, vertigine e suono. La citazione, quando è tale, non è altro che resto e frammento. Questi versi nascono come “variazioni” di un desiderio: quello di essere pittore. Nascono in anni remoti, nel periodo di formazione dell’autore, sotto la guida di un Maestro che era solito scrivere: “a chi ha perso – io stesso perdo assai – non occorre dire nulla, non ci sono giustificazioni, si può ancora una volta suggerire che in giro ci sono altre possibilità”.
Durata totale 49:19
ISBN: 9788865372142
"In Vernice n.45, uscita circa due anni or sono, Mario Rondi aveva dedicato una recensione a Sergio Armaroli, giovane poeta, pittore e percussionista milanese, riguardo un "libricino" di poesie, intitolato Il Passaggio d'Enea. Nello stesso anno, Armaroli ha fatto uscire un ulteriore libretto intitolato Silenzio (in C), in cui a modo di premessa viene chiarito, in apertura dei testi, che "la raccolta, /questa seconda, /nasce / da una necessità di chiarezza/ (nel tentativo di creare un archivio: "il Catalogo!"). L'ipotesi di lavoro di Sergio Armaroli è quella della scrittura minima, per indicare l'annotazione segnaletica, l'asterisco, l'artiglio della memoria e la cifra del ricordo, il frammento, ma anche la degenerazione del racconto, la scomparsa dell'intreccio, l'esalazione filologica dei contenuti, la cristallizzazione del discorso in formule ieratiche, quasi geroglifici o disegni verbali. La scrittura ha comunque un suo mondo di presenza che appare autonomo e scisso dalla quasi totale vacanza della realtà. Per meglio dire, la scrittura si muove nella non/rilevanza di una realtà indefinibile e non direttamente raccontabile, quale si recita in maschera e per fiabe, adottando dei formulari e delle pose tanto semplici quanto codificate, ma con liturgie cariche di metafore non similmente -anche se per vie tutt'affatto diverse e orientate alla memoria poetica del modernismo, imaginismo e vorticismo- Armaroli organizza un Catalogo delle parole o meglio delle espressioni o meglio delle complesse locuzioni verbali o meglio delle poesie che si ripetono in variazioni diversificate, implementate, integrative, su temi che ritornano come una percussione, inerenti l'esclusione dal mondo, la solitudine, la follia, i labirinti mentali, l'amore, l'incomunicabilità e altro ancora. L'ultimo libro, che va ispessendosi per stratificazione dell'archivio peraltro in continua metamorfosi, si chiama Versi e Variazioni e richiama -con le dovute variazioni e implementazioni e diversificazioni- i due libretti già citati, cui si aggiunge la nuova sezione Dedalus che allestisce e spettacolarizza una prima porzione di memoria per citazione di voci proiettate dal patrimonio di creatività delle parole di altri scrittori".
Sandro Gros-Pietro
(tratto da "Vernice -Rivista di Formazione e Cultura" N°49; Genesi Editrice; Torino; 2013)