TRACKLIST
1) Close | is a mistery of pain
2) Eyes | the end of the arm
3) Open | an acting or voice
4) Your | in honor of saints
5) Mind | dance for joy
All compositions by Walter Prati, Sergio Armaroli
(Dodicilune edizioni)
Walter Prati, electric bass, electric cello, real time sound processing software
Sergio Armaroli, percussions, electronics, computer tape
Total time 66:34 STEREO DDD
p 2018 DODICILUNE (Italy)
CD DODICILUNE DISCHI Ed401
Basso, violoncello, percussioni ed elettronica sono gli ingredienti base della formula messa a reagire da Sergio Armaroli e Walter Prati, artisti che si muovono nei territori dello sperimentalismo con estrema destrezza e dedizione. Il loro album licenziato da Dodicilune è un invito, già dal titolo, all’ascolto “aperto” e senza pregiudizi, nel quale si susseguono cinque passaggi dalla forma mutevole, e dove si incontrano piani sonori magmatici, capaci di estendersi, con elasticità creativa, da silenzi rarefatti a densità di notazione, tra discese oblique a improvvise impennate di umori. Il loro è un processo che trova la propria spina dorsale nell’improvvisazione, sempre funzionale all’estetica d’insieme, e in dialoghi a volte volontariamente incoerenti, che generano dicotomie timbriche o passaggi idealmente sovrapponibili, per un amalgama dal fascino ancestrale.
Roberto Paviglianiti, Strategie oblique
Fra le tante produzioni della Dodicilune ce ne sono alcune dedicate all’avanguardia, la più recente è questo duo fra Walter Prati al basso elettrico, violoncello elettrico, real time sound processing software e Sergio Armaroli alle percussioni, electronics, computer tape. Prati è da anni interessato all’intervento sul suono con i suoi strumenti elettronici ed ha lavorato con tanti nomi dell’improvvisazione radicale come l’inglese Evan Parker e altri del rock come Thurston Moore e Robert Wyatt. Armaroli si trova bene con le idee di Prati e oltre alle sue percussioni, fra cui un berimbau, trova modo di intervenire sullo sviluppo della musica con effetti elettronici e situazioni preregistrate. Potrebbe sembrare una situazione in cui il computer la fa da padrone, sterile dal punto di vista delle emozioni, invece è proprio il contrario, come scrive Prati nelle note di copertina del disco. Si apre la mente alle infinite possibilità date dal mezzo elettronico e fra improvvisazione, scrittura e processi di campionamento ed interventi sul suono spunta una musica dagli effetti speciali che vuole coinvolgere l’ascoltatore e portarlo in uno spazio fuori dal comune. Non resta che farsi entusiasmare dai due, la materia sonora proposta è di certo affascinante.
Vittorio Lo Conte, Musiczoom
Il primo si deve a Walter Prati, basso e cello, e Sergio Armaroli, percussioni, più ampia presenza elettronica, e s’intitola Close (your) Eyes Open Your Mind (Dodicilune). Non tutto fila per il verso giusto, causa una certa prolissità, dispersività e qualche ridondanza. Nel terzo e quarto dei cinque titoli totali (tutti oltre i dieci minuti, anche di un bel po’) i momenti migliori, più vivaci, specie grazie alle percussioni di Armaroli.
Alberto Bazzurro, L'isola della musica italiana
La magia di questo lavoro, che segue il precedente realizzato in quartetto (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2018/03/24/schiaffini-prati-gemmo-armaroli-luc-ferrari-exercises-dimprovisation/)è a mio avviso la costante ricerca della perfetta sovrapposizione tra la trasmissione di stimoli sonori da parte dei due esecutori e le personali sensazioni raccolte da durante la fruizione dei cinque articolati episodi, siano esse prevalentemente costituite da parti improvvisate e scritte. L’ambiente è naturalmente quello della musica contemporanea, quello della ricerca sonora, quello anche della ricerca di punti di incontro nel fitto dialogo tra i due protagonisti di questo lavoro, Walter Prati (basso elettrico, violoncello, elettronica) e Sergio Armaroli (percussioni, elettronica); il suono è quello che entra perfettamente nel termine “elettroacustico”, ovvero suoni ricavati direttamente dagli strumenti o filtrati da computer che si interconnettono con percussioni acustiche spesso portandoci in altri luoghi e tempi (il berimbau e le percussioni etniche del brano iniziale “Close Is a mistery of pain”, il dialogo batteria – computer nell’episodio seguente “Eyes The end of the arm”, ed ancora il violoncello magicamente filtrato di “Open An acting or voice”).
Un’opera di notevole valore questo “Close (your) Eyes Open Your Mind” il cui titolo indica la precisa modalità di fruizione e che a mio modesto parere rappresenta una delle più interessanti opere del catalogo Dodicilune nel quale troviamo sì splendidi lavori nel rassicurante solco del maistream ma anche sperimentazioni come questa di Prati ed Armaroli.
Non vi auguro di assistere alla peraltro improbabile performance live pedissequa del CD, sarebbe la negazione del concetto stesso di improvvisazione, ma invece di assistere ad una loro performance nella quale con ogni probabilità solo qualche elemento ne verrà riproposto. Il resto …. chissà, ogni concerto avrà cose diverse da dire, ogni ambiente darà stimoli diversi, ai due musicisti ed anche al pubblico. Buon ascolto.
Alessandro Nobis, il Diapason blog
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